archivio_02_cognome.htm
Vista la “volatilità” delle pagine internet, questa pagina è una copia testuale formattata per probemi di spazio, della pagina:
http://www.cognomiitaliani.org/cognomi/index.html
L’uomo è un animale sociale. Già in questa
dichiarazione è incapsulato il seme della nascita della famiglia come aggregato
numeroso di persone da cui discende l’esigenza di identificare i vari componenti
del gruppo che l’istinto di socializzazione porta a formare. L’identificativo
sarà tanto più semplice quanto più limitata sarà la dimensione del gruppo, con
la crescita di questo crescerà anche il bisogno di ricorrere ad identificativi
più diversificati. Se questo è vero per i popoli europei, lo è un pò meno per i
cinesi, presso i quali esistono solo pochissimi identificativi cognominali, pur
essendo il cinese il popolo più numeroso del pianeta, superando di gran lunga il
miliardo di abitanti, il maggior numero dei quali porta un cognome composto da
un solo ideogramma o suono parasillabico; attualmente in Cina, ci sono solamente
circa 3 mila cognomi di grossa diffusione e solo 200 cognomi doppi, i quattro
cognomi più usati sono: Zhang, Wang, Li e Zhao, il più diffuso è il primo che,
secondo le più recenti statistiche, è portato da oltre 100 milioni di persone e
con i primi 3 ci sono circa 270.000.000 di cinesi. L'identificativo per
differenziare l'uno dall'altro noi l’abbiamo chiamato nome, cioè un attributo
che caratterizzi la persona e che possa permettere ad ogni componente del gruppo
di capire a chi ci si sta riferendo. Possiamo dire quindi che il nome, con
caratteristiche simili all’attuale soprannome, nasce assieme all’uomo, quando da
animale questi si evolve in homo, cioè quando l’organizzazione del gruppo impone
l’identificazione dei vari componenti come elementi distinti. La prima forma di
nome prende ispirazione dalla natura, sia per la carica emotiva o attrattiva che
l’elemento naturale comporta, sia per l’affinità a volte augurata, a volte
riscontrata, i nomi Volpe, Lupo, Orso, Cane, Nuvola, Montagna, sono solo esempi
di questo tipo di identificativo, con la nascita del culto per il soprannaturale
si rendono disponibili a questo bisogno di identificare le persone anche i nomi
o gli attributi degli dei, i mestieri forniscono altri elementi, i luoghi
d’origine o residenza ne forniscono altri ancora. L’uomo è un animale sociale,
ma è anche un animale molto curioso, il desiderio di conoscenza caratterizza
proprio l’homo sapiens, il bisogno innato di viaggiare, di esplorare, di
conoscere porta al contatto tra gruppi diversi, il fatto stesso di rendersi
conto che esistono gli altri conduce all’identificazione di se stessi come
appartenenti ad un gruppo e rende perciò indispensabile la definizione del
proprio gruppo con un nome comune che definisca l’appartenenza al gruppo stesso,
nasce così il germe del cognome. Il cognome può prendere molti riferimenti per
identificarsi, dal nome del capofamiglia, “io sono uno dei figli di …”, al nome
della località d’origine “io sono uno di quelli della valle…”, al tipo di
mestiere svolto dal proprio gruppo, “io sono uno dei cacciatori…”, l’unico
limite è la fantasia. Con l’ampliarsi del gruppo, con l’aumento del numero dei
singoli gruppi familiari e con l’allargamento dei confini esplorati e delle
genti nuove conosciute si sente l’esigenza di una struttura che consenta in modo
univoco ed organizzato di identificare ogni singolo elemento umano della
società. Gli antichi Romani già varie centinaia di anni prima di Cristo
sentirono l’esigenza di chiamare ogni cittadino con i tria
nomina (tre nomi) che rappresentano il praenomen (il nome), la gens (il
nome della famiglia allargata o clan), ed il cognomen
(il soprannome), in questo modo ogni romano poteva essere identificato, in caso
di omonimia il soprannome poteva essere composto aggiungendo un quarto ed un
quinto nome a completare il praenomen. Con la caduta dell’impero romano le
influenze barbariche portarono ad un quasi completo abbandono dei tria nomina,
la struttura cognominale latina, tranne che per pochissime famiglie patrizie e
si ritornò all’uso del semplice nome dell’ambito famigliare spessissimo ispirato
al nome di santi della religione cristiana. Verso la fine del XI° secolo le
influenze delle popolazioni barbariche portarono ad affiancare al semplice nome,
almeno per le famiglie più abbienti, il nome del padre o della madre nella forma
genitiva (de, di), come era in uso presso le popolazioni barbare dove
l’identificativo per eccellenza era il nome del padre o della madre con un
suffisso patronimico o matronimico, pensiamo ai britannici terminanti per
-son come Johnson, alle popolazioni nordiche
con i vari cognomi terminanti per -sen o
-son come Johanssen o Petterson o quelli dei
popoli slavi terminanti per -vic, -ig o -cic come
Ivancic o Petrovic o per i popoli di ceppo russo terminanti per -ov a volte scritto off come Stefanov, tutti suffissi
che stanno per figlio di.
Per lo studio dell'origine dei cognomi è quindi
importante sottolineare come nasca il termine cognome ed il termine nome. In
Latino il Cognomen era
l'identificativo della persona, mentre il Nomen era l'identificatore della
Gens di appartenenza. In
Caio Giulio Cesare Caio era il Praenomen, Giulio il nome gentilizio, cioè
l'identificatore della familia o meglio Clan di appartenenza e Cesare era il
cognomen cioè l'identificativo della persona all'interno della Gens Giulia.
Gens è qualcosa di più che
famiglia, come la intendiamo noi, ma è piuttosto il clan, cioè l'insieme di
tutti quanti discendono da una stessa origine comune. Si può notare l'affinità
tra il vocabolo latino gens e genus
(stirpe, genere), genitus
(generato), che fanno capire come comune sia il concetto che ha dato luogo a
questi diversi vocaboli ed è il concetto di generare, dare origine; il
genè (da cui genesis genesi=origine) greco che aveva
il significato di elemento primordiale, capostipite, significato che ha
mantenuto nell'italiano moderno gene (anche se in italiano c'è arrivato da un germanico gen con significato analogo). Risulta
chiaro quindi anche il termine genealogia, come studio (logia) delle origini (genè), cioè come studio delle origini
delle genti. Dall'uso latino, si è passati ad una definizione di origine più
indiretta, quindi al concetto di soprannome. Abbiamo quindi cognomi come
derivazioni di termini che indicano professioni, origini geografiche,
caratteristiche fisiche ecc. I primi cognomi appaiono in Italia nel IX secolo
come prerogativa distintiva di una classe privilegiata, poi man mano il fenomeno
si diffonde sempre più, fino ad arrivare. in epoca rinascimentale ad essere
abbastanza diffuso. Non è ancora comunque una caratteristica ereditaria, ma
piuttosto un carattere distintivo della persona, solo i nobili trasferiscono ai
figli primogeniti l'uso dell'identificativo del casato, che così si perpetua.
verso il XVIII° secolo il bisogno di far un pò d'ordine e la necessità di
identificare popolazioni diventate ormai troppo popolose porta all'imposizione
per legge dell'obbligo del cognome. Una vera e propria statistica riguardante
l'origine dei vari cognomi non esiste, ma si stima che un 35% derivi da nomi
propri del padre o del capostipite, un altro 35% abbia relazione con la
toponomastica, cioè faccia riferimento a nomi di paesi o località o zone, un 15%
sia relativo a caratteristiche fisiche del capostipite, un 10% derivi dalla
professione o dal mestiere o dall'occupazione o dalla carica mentre un 3% sia di
derivazione straniera recente ed un 2% sia un nome augurale che la carità
cristiana riservava ai trovatelli.
Presso gli antichi greci le persone venivano
identificate dal nome proprio, da quello del padre e, a volte, dalla località
d'origine, uso trasferito dagli antenati indoeuropei che lasciarono questa
consuetudine in eredità anche ai popoli slavi con il patronimico vic, alle
popolazioni germaniche con il genitivo patronimico ed ai popoli nordici con la
terminazione ssen, sson (figlio di). I latini, popolazione celtica, si
identificarono con un nome proprio e con l'attributo della Gens, del clan, della
tribù di appartenenza, usanza comune peraltro ad altri popoli celtici
(irlandesi, scozzesi). In seguito, in epoca repubblicana i Romani sentirono il
bisogno di aggiungere un elemento distintivo, che consentisse di identificare
due diverse persone aventi lo stesso Nomen ed appartenenti alla stessa Gens ed
adoperarono dei Cognomen o soprannomi che facevano riferimento a caratteristiche
fisiche, al colore dei capelli, alla balbuzie, al candore della pelle, oppure a
fatti che avevano caratterizzato la loro esistenza o a nomi di popoli che
avevano vinto o di campagne militari che avevano effettuato o al loro luogo di
provenienza e così via.